La geo-politica, da sempre, è un fattore determinante quando si parla di economia: gli equilibri e i rapporti tra Stati, come ben testimoniano le ultime, drammatiche vicende medio-orientali, possono modificare nell’arco di pochissimo tempo “l’ordine delle cose”. E non c’è dubbio che così sarà ancora per il futuro, anche si va sempre di più verso la nascita di “blocchi” che, se da una parte possono semplificare le cose, dall’altra le complicano, trattandosi di “pesi specifici” ben superiori ai singoli Paesi.
Quanto sta avvenendo nell’ambito dell’Intelligenza Artificiale ci dice, però, che si sta andando verso un cambiamento epocale, che potrebbe modificare le nostre vite come poche altre volte è successo (vedi, per esempio la Rivoluzione industriale, che a partire dalla fine del XVIII secolo trasformò, partendo dall’Inghilterra, la storia del genere umano, permettendo di passare da un’economia agricola a quella manufatturiera).
Secondo Goldman Sachs, solo quest’anno gli investimenti privati in AI supereranno i $ 110 MD, praticamente concentrati in 2 Paesi: gli Usa, dove toccheranno $ 57 MD, e la Cina, a $ 27 MD. Si calcola che nel 2025 arriveranno, sempre parlando di settore privato, a $ 158 MD, di cui $ 81 MD negli Stati Uniti e $ 35,5 MD in Cina: quindi circa ¾ degli investimenti saranno ad appannaggio di 2 Paesi, e questo può rendere bene l’idea di quali possano essere i rischi ed i motivi per cui, già in questa fase, si assista a “scaramucce” tra i 2 Paesi, preoccupati che uno prenda il sopravvento sull’altro.
Difficile, molto difficile quantificare quelli che potranno essere gli investimenti statali nel settore, in considerazione delle molteplici applicazioni in cui l’AI troverà sbocco (una per tutte, l’apparato militare), ma già si può prevedere che saranno enormi.
Si può ben comprendere, quindi, il perché quando si parla di Intelligenza artificiale la preoccupazione si faccia strada: un conto è affidare ad un “avatar” il compito di rispondere a domande (per esempio, oggi su La Stampa si può leggere un articolo in cui “l’avatar” di Luigi Einaudi, economista e secondo Presidente della Repubblica, risponde ad alcuni quesiti, in maniera coerente al pensiero del “vero” Luigi Einaudi), un altro, evidentemente, affidargli decisioni che possono avere conseguenze sulla vita degli individui. Una preoccupazione che diventa esponenziale laddove si parla di Paesi in cui la democrazia viene messa continuamente in dubbio, se non inesistente.
Ecco, quindi, che, mentre al “presente” parliamo di come affrontare e risolvere le questioni che incidono sul nostro quotidiano (inflazione, crescita economica, recessione, guerre in giro per il mondo), riferendosi al “futuro”, oltre che parlare di conquista di altri pianeti, flussi migratori, rischi demografici, cambiamento climatico etc, forse iniziare a comprendere meglio dove può portarci l’AI, definendone, quindi, i campi applicativi, potrebbe evitare seri problemi per il futuro, prevenendo un ulteriore (potenzialmente i più grande, potendo sfuggire al controllo dell’uomo) elemento di incertezza.
Ancora una volta può tornarci utile la teoria sulla relatività: per quanto il “qui e ora” può sembrarci difficile, può anche essere giudicato, guardando al futuro, come una confort zone, in cui riconosciamo e diamo un nome ai problemi, trovandone, anche se con qualche “incidente di percorso”, le soluzioni.
Avvio di giornata senza particolari scosse, dopo le chiusure poco mosse di ieri sera a Wall Street (Dow Jones, – 0,16%, Nasdaq – 0,13%).
I mercati del Pacifico si avviano a chiusure un po’ contraddittorie: a Tokyo il Nikkei è appena sotto la parità (– 0,12%), mentre a Seul il Kospi chiude a + 0,7%.
Analogamente, per i mercati Great China, a Hong Kong l’Hang Seng cede circa lo 0,85%, mentre Shanghai si avvia ad una chiusura positiva (+ 0,23%).
Futures appena positivi oltre oceano, mentre in Europa si muovono marginalmente in territorio negativo (Eurostoxx – 0,18%).
Si arresta, al momento, la caduta del petrolio, con il WTI “atterrato” a $ 75.
Gas naturale Usa a $ 2,96.
Continua, invece, la lenta “arrampicata” dell’oro, che troviamo, questa mattina, a $ 2.017.
Spread a 173 bp, con il BTP che scende al 4,28%.
Bund a 2,55%, in caldo di 10 bp.
Treasury al 4,40%, anche lui in calo di circa 10 bp.
€/$ stabile, a 1,0947.
Leggero arretramento per il bitcoin, che comunque “tiene” quota $ 37.000 (37.042).
Buona giornata.
Ps: largo spazio, oggi, su tutti i giornali alla notizia che un boss della camorra, Raffaele Imperiale, a processo per vari reati, avrebbe chiesto di poter lasciare all’Italia un isolotto di sua proprietà a Dubai (valore presunto tra € 60 e 70 ML). Se così fosse, potremmo dire che abbiamo anche noi una “colonia” in mari esotici. Oppure potrebbe essere una “riedizione” dell’Isola delle rose, la piattaforma artificiale costruita, nel 1968 (ma rapidamente demolita dopo circa 1 anno), al largo di Rimini, divenuta una sorta di meta turistica, la cui storia è stata resa famosa dall’omonimo film del 2020.